Audizione Angem su disegno di legge “Delega al governo per il recepimento delle direttive europee e l’attuazione di altri atti dell’UE – Legge di delegazione europea 2019”

Scarsciotti: Le direttive europee su pratiche commerciali sleali e sulla riduzione dell’incidenza di alcuni prodotti di plastica sull’ambiente non riguardano direttamente la ristorazione collettiva e avrebbero soltanto un impatto negativo sulle nostre aziende già in sofferenza a causa dell’emergenza Covid-19

In occasione dell’esame in Parlamento del Disegno di legge recante “Delega al Governo per il recepimento delle direttive europee e l’attuazione di altri atti dell’Unione europea – Legge di delegazione europea 2019, il 9 giugno, Angem, in rappresentanza delle aziende della Ristorazione Collettiva, è intervenuta in audizione presso la Commissione Politiche dell’Unione Europea del Senato.

Obiettivo del Disegno di legge è il recepimento di due Direttive europee che interessano il settore: la Direttiva (UE) 2019/633 del Parlamento europeo e del Consiglio del 17 aprile 2019 in materia di pratiche commerciali sleali nei rapporti tra imprese nella filiera agricola e alimentare e la Direttiva (UE) 2019/904 del Parlamento europeo e del Consiglio del 5 giugno 2019, sulla riduzione dell’incidenza di determinati prodotti di plastica sull’ambiente.

Durante l’audizione Scarsciotti ha indicato le criticità per il settore derivanti dal recepimento delle suddette direttive, che avrebbero un impatto negativo sulle aziende e, tra l’altro, causerebbero un notevole aumento dei costi per il settore, in un contesto di crisi che le aziende di Ristorazione Collettiva stanno già attraversando a causa dell’emergenza da Covid-19.

In materia di prodotti in plastica monouso, Scarsciotti ha illustrato ai membri della Commissione le ragioni per le quali sono utilizzati nella Ristorazione Collettiva:

Sicurezza e igiene: garantiscono elevati standard di sicurezza e igiene, contribuendo a prevenire contaminazioni.

Conservazione: gli imballaggi in plastica monouso svolgono anche un ruolo importante nel mantenere la freschezza del cibo contribuendo a diminuire gli sprechi alimentari e facilitare la cessione gratuita agli enti caritativi per aiutare fasce di popolazione fragili ed in incremento dopo questa emergenza sanitaria.

Prevenzione sprechi alimentari: come riconosciuto dal Joint Research Centre nel lavoro svolto per i criteri sul Green Public Procurement, “l’imballaggio per singola unità può ridurre i rifiuti di alimenti e bevande e migliorare indirettamente l’efficienza idrica ed energetica durante la fase di preparazione“. Per esempio, dove sono previste le preparazioni in regime refrigerato la conservazione in vaschette di plastica termosigillate il periodo di conservazione può in certe condizioni arrivare fino a 14 giorni, mentre senza durerebbe non più di 2/3 giorni.

Nutrizione: il confezionamento di unità singole offre vantaggi positivi anche dal punto di vista nutrizionale in quanto le singole porzioni indicano esattamente ai consumatori cosa costituisce una porzione, evitando il sovra-consumo e il deterioramento

Infine, ma non certo di secondaria importanza, Scarsciotti ha evidenziato che le aziende di ristorazione collettiva non disperdono la plastica nell’ambiente.

La proposta di Angem è che la Commissione valuti adeguatamente – nella fase di recepimento – per escludere il comparto dall’ambito di applicazione della Direttiva.

In materia di pratiche commerciali sleali nei rapporti tra imprese nella filiera agricola e alimentare, Scarsciotti ha, innanzitutto, sottolineato i corretti rapporti commerciali che intercorrono tra le aziende della Ristorazione Collettiva e i propri fornitori, con i quali sussistono contratti scritti, prezzi concordati, tempi certi di pagamento.

Scarsciotti ha, poi, rilevato che la proposta di Direttiva europea sancisce il divieto per gli acquirenti di pagare i loro fornitori dopo oltre 30 giorni quando la fornitura concerne prodotti deperibili, in linea con quanto disciplinato in Italia fin dal 2012 (Decreto-legge n.1 del 2012, art. 62, come modificato dalla Legge del 24 marzo 2012 n. 27 recante la Disciplina delle relazioni commerciali in materia di cessione di prodotti agricoli ed agroalimentari) con il quale sono state introdotte nel nostro ordinamento una serie di misure per regolare le relazioni commerciali all’interno della filiera agroalimentare.

Proprio alla luce dell’esperienza già maturata in Italia, sono state espresse alla Commissione le criticità emerse dall’introduzione dei regolamenti nel 2012, che avuto hanno pesanti ripercussioni su flussi di cassa e operatività delle aziende del settore.

Le proposte di Angem, quindi, sono state quelle di:

prevedere una deroga alla disciplina relativa ai prodotti alimentari deperibili inserendo tra le pratiche accettate se convenute tra le parti un termine di pagamento per i prodotti deperibili superiore a 30 giorni, al fine di prevedere nei contratti di Ristorazione Collettiva stipulati tra imprese fornitrici di servizi di ristorazione collettiva e produttori agricoli e alimentari, termini di pagamento congrui qualora le amministrazioni dello Stato, in qualità di debitori nelle transazioni commerciali con le suddette imprese, eccedano i termini di pagamento oggi in vigore (60 giorni);

inserire tra i principi e i criteri direttivi l’estensione del campo di applicazione della proposta anche alla fornitura di servizi di ristorazione collettiva, affinché vi sia anche per questo settore una simmetria nella tutela del pagamento a 30 giorni da parte dei propri acquirenti, sia privati sia – come nella maggior parte dei casi – pubblici.

Qui è consultabile la memoria e il testo della proposta depositata in Commissione Politiche dell’Unione Europea.

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